

L’acquisizione più recente arrivata ad arricchire le collezioni del Civico Museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese – MAC è rappresentata da un reperto molto particolare: un cane risalente all’epoca romana.
I resti ossei del piccolo animale sono stati rinvenuti durante la campagna di scavo archeologico del 2020, diretta dal Prof. Stefano Maggi e dal suo team, per conto dell’Università degli Studi di Pavia (Staffora Valley Project), su concessione della Soprintendenza Archeologica della Lombardia. Le indagini condotte da UniPv avevano avuto inizio nel 2015 nelle località di Cascina Boarezza prima e Cascina Isola Felice in seguito (Comune di Rivanazzano Terme), mettendo alla luce alcuni complessi insediativi di carattere rurale risalenti all’epoca romana. Sarà proprio uno di questi contesti a restituire i resti ossei del piccolo cane recentemente esposto in Museo.
In un primo momento, il team di archeologi ha creduto di aver rinvenuto i resti di un lupo (forse avvicinatosi all’insediamento umano per predare il bestiame) che, come ben sappiamo, da sempre vive sul nostro Appennino. Grazie alla collaborazione con la Dott.ssa Simona Guioli, Paleontologa Direttrice del Civico Museo di Scienze Naturali ‘Giuseppe Orlandi’ di Voghera e Responsabile del Sistema Museale d’Oltrepò, a cui i resti sono stati affidati per un accurato studio, si è invece compreso che fosse un cane.
A conferma di tale fatto, la morfologia sia dell’arcata dentaria che della scatola cranica, normalmente marcatori per comprendere le differenze di genere e specie animale. Inoltre, alcuni frammenti ossei sono stati inviati ad un laboratorio universitario afferente all’Università degli Studi di Bologna, per lo studio cronologico effettuato con il metodo del C14.
In attesa dell’esito di questi ultimi esami scientifici, il cane rinvenuto a Rivanazzano in uno strato di epoca romana, da qualche giorno riposa nel nuovo modulo espositivo del MAC, appositamente ideato per lui. La suggestione e le modalità di sepoltura e deposizione indagate dagli archeologi pavesi farebbero pensare ad un cane ‘di affezione’, probabilmente guardiano di un’antica fattoria romana posta ai piedi della Valle Staffora.
(Nell’immagine, la Dott.ssa Manuela Battaglia nel momento del rinvenimento; fotografia per gentile concessione della Dott.ssa Eva Vittoria Maino)
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