Il Museo

Come nasce un Nuovo Museo?

Il nuovo allestimento del Civico Museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese nasce grazie all’intuizione dell’Amministrazione Comunale, che ha deciso di dare vita al progetto I LUOGHI DELL’ARCHEOLOGIA RURALE E INCLUSIVA NELL’OLTREPO’ PAVESE – Un nuovo allestimento per il MAC, poi finanziato da GAL Oltrepò Pavese (Intervento cofinanziato dal FEASR con Operazione 7.5.01 AS “Incentivi per infrastrutture e servizi turistici locali”) e dalla Donazione Renzo e Federica Guarnaschelli.

Il MAC-Civico Museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese fu fondato nel 1974 con un preciso scopo: quello di diventare il punto di riferimento della cultura archeologica del territorio oltrepadano. Mantenendo salda questa linea di intenti, il nuovo allestimento, ideato in collaborazione con lo Studio A7design di Pavia, concertato con l’apposito Comitato Scientifico (con l’avvallo della competente Soprintendenza e del Sistema Museale di Regione Lombardia) nominato per l’occasione e con la Direzione del Museo, si prefigura la volontà di allestire gli spazi espositivi secondo un’ottica innovativa che ben faccia dialogare il dato cronologico e archeologico con il dato ambientale legato al territorio, con un punto di vista specifico diretto anche alle innovazioni dedicate alla didattica, all’inclusione museale e ai nuovi standard dettati dal Sistema Museale Nazionale.

Dopo una prima fase di progettazione in studio, sono seguiti 12 mesi di intenso lavoro che hanno visto la partecipazione di numerose maestranze tutte operanti nel campo degli allestimenti museali e della comunicazione.

Nella seconda metà del mese di settembre 2024, dopo una presentazione dei lavori avvenuta già nel mese di maggio, il Museo sarà finalmente riaperto al pubblico con l’intento di dare nuova voce alla millenaria storia di tutto il territorio oltrepadano.

Il MAC fa altresì parte del Sistema Museale d’Oltrepò.

Il MAC e i reperti neolitici rinvenuti in Valle Staffora

La Valle Staffora è certamente, per gli studiosi di varie discipline, un ricco bacino di informazioni ambientali ed antropiche, a testimonianza di frequentazioni antichissime protrattesi fino alla contemporaneità.

Terra di confine, ma anche di passaggio e di incontro, dal punto di vista archeologico ha il merito di ospitare topograficamente i più antichi insediamenti di tutto l’Oltrepò Pavese.

Nella sala del Museo dedicata all’epoca preistorica, infatti, sono esposte le testimonianze di cultura materiale provenienti da un abitato neolitico indagato nel 1982 a Cecima, in loc. San Pietro. Il materiale fittile a impasto, ove possibile restaurato, trova convincenti paralleli con le ceramiche del Vho di Piadena (CR).

Con grande probabilità, il ruolo del torrente Staffora come giacimento di pietra verde, deve essere stato dirimente al punto da spingere queste genti a risalire il Po e il torrente oltrepadano e a stanziarsi in questa località della valle. Nel 1993 la Soprintendenza Archeologica ha indagato un insediamento simile (fondo di capanna, frammenti ceramici a impasto, reperti litici) anche nel comune di Godiasco, in loc. Montealfeo.

Come già anticipato, a Rivanazzano Terme, sulla sponda sinistra del torrente Staffora, doveva esistere in epoca neolitica una vera e propria ‘officina’ per la produzione di utensili in pietra verde levigata (asce, accette, percussori); questo fatto è testimoniato dai numerosi ciottoli rinvenuti ed esposti, che esplicitano tutte le fasi della lavorazione dell’eclogite e della serpentinite. 

I prodotti finiti sono stati rinvenuti in tutto il territorio dell’Oltrepò Pavese.

La fornace romana di Massinigo

Per quanto concerne l’epoca romana, uno dei siti maggiormente emblematici in Valle Staffora è la fornace romana rinvenuta nel 1957 nella frazione di Massinigo (comune di Santa Margherita Staffora), che vi invitiamo a visitare, vista l’eccezionalità della posizione.

Scoperta nel 1957 durante i lavori per la costruzione della scuola elementare, la fornace di Massinigo è fra gli esemplari meglio conservati nel territorio della Lombardia.
Di forma circolare, è costruita in pietra nelle fondazioni e in mattoni nell’alzato. Il piano forato di cottura, che ha un diametro di m 4,10, è sostenuto da un corridoio voltato che collega muretti ortogonali impostati sul pavimento nella camera di combustione.
Doveva servire per la fabbricazione di laterizi, come dimostrano reperti di tale genere (prevalentemente tegole) recuperati durante lo scavo.

Le analisi archeomagnetiche indicano che l’ultima utilizzazione della struttura risale all’inizio del I secolo d.C. Si tratta dell’unico documento archeologico finora conosciuto nella zona: è pertanto ancora ignoto quando e da chi la fornace sia stata impiantata e a quale abitato o insediamento rustico fosse collegata. La sistemazione dell’edificio scolastico, attuata dall’Amministrazione Comunale, col concorso della Regione Lombardia – Attività Produttive – e della Fondazione Cariplo – Milano, consente una migliore fruizione, anche a fini didattici, di un monumento di eccezionale interesse nell’Oltrepò Pavese.

Il sito è visitabile previa prenotazione.

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Il MAC riaprirà al pubblico Domenica 22 Settembre 2024

ORARIO DI APERTURA (dal 22/09/2024):

Lunedì CHIUSO

Martedì 9.30-12.30 / 14.30-17.30

Mercoledì 9.30-12.30

Giovedì 9.30-12.30 / 14.30-17.30

Venerdì 9.30-12.30

Sabato 14.30-17.30

Domenica 9.30-12.30 / 14.30-17.30

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